martedì 24 gennaio 2012

l'asino raglia

Ho iniziato a leggere un libro scritto da un francese appassionato di storia dell'arte italiana. Il francese in questione è Édouard Pommier, ispettore generale onorario dei musei di Francia e studioso affermato di storia delle teorie e delle istituzioni artistiche. 
Il titolo del libro,  L'invenzione dell'arte nell'Italia del Rinascimento, svela il perché io abbia voglia di pubblicarne un passo, visto l'interesse del barattolo di neve di contenere tutto ciò che aiuti a comprendere un pochino di più la cultura italiana.
«[...] le istituzioni, come il museo o l'accademia, sono dei prolungamenti, considerati, a seconda del momento storico, naturali o perversi, dell'opera d'arte.  Il dispiegarsi di questa processione è diventato ormai comunissimo nell'arte europea. La storia dell'arte ha oltrepassato le frontiere italiane intorno al 1600, per introdursi inizialmente nei Paesi Bassi, prima di diventare un fenomeno europeo e di proliferare nel corso del XIX secolo. La dignità, conquistata dall'artista nell'Italia del Rinascimento, si è imposta ovunque come modello da seguire. [...] La storia dell'arte e il corteo che la circonda sono dunque un'invenzione italiana, così come "l'arte moderna" come la definisce Cennino Cennini nei primissimi anni del XV secolo. [...] In quest'esaltazione dell'arte da parte dell'arte mancano ancora soltanto la critica d'arte e le mostre temporanee, la cui esistenza è implicitamente contenuta negli statuti dell'istituzione accademica di cui Firenze propone il modello fin dal 1563».
É. Pommier, L'invenzione dell'arte nell'Italia del Rinascimento, Einaudi editore, Torino 2007, introduzione, p. XXI
Insomma un po' come dire che gli italiani son sempre stati bravi a far partire la festa, a crear fumo intorno all'arrosto, a riunir gente per le processioni....e poi?! Si son fatti rubare tutto?o son riusciti a tener la festa in casa? La storia dell'arte ed il corteo che la circonda sono ancora un fatto proprio della nostra cultura?! 
E gli artisti, per citare ancora Pommier, sono ancora "tra i numi tutelari che popolano l'immaginario italiano"?

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