giovedì 16 febbraio 2012

dentro il barattolo: Casa Clementina

Luogo: Pettinengo (Biella)


Evviva! E' successo ciò che mi auguravo nel momento in cui ho proposto a Maddalena di iniziare questo blog: si è creata una sinergia! Paola Besana, artista recensita da noi, mi ha fatto conoscere una realtà molto interessante: l' associazione Casa Clementina. L' associazione ha sede in "un'antica casa appartenuta a Clementina Corte, fotografa e regista eccentrica dei primi decenni del Novecento", come a dire che i luoghi seguono il loro destino e questa casa meravigliosa poteva essere solamente la sede di una fucina di arte e creatività. E' in provincia di Biella ed è un centro di studi tessile, nel quale volendo si può soggiornare, per partecipare ai corsi o studiare, usufruendo di alcune stanze bellissime! A voi decidere se ne può valer la pena, a me sembra un luogo affascinante!




domenica 12 febbraio 2012

L’asino raglia: la Cultura è partecipazione!

Il saper fare, l’abilità, la ricerca, la cura nel proprio mestiere, pratiche la cui ampiezza e diffusione questa nostra raccolta vuole mostrare, non rimangono isolati e autorefenziali, ma contribuiscono piano piano a tessere la rete sociale. Sono le singole attività e azioni e lo sviluppo delle capacità che nell’insieme portano ad una comunità orientata alla riuscita dei progetti e allo sviluppo delle opportunità. Responsabilità personale e senso civile.

Un interessantissimo articolo di Pier Luigi Sacco, economista e professore di economia della cultura, indica la direzione per le politiche economiche; nell’ottica di realizzare una “società creativa, in cui l’aspetto economico e produttivo della creatività si integri perfettamente con quello sociale e comunitario, investendo tutti gli aspetti della vita individuale e collettiva”, propone temi e strategie a livello macroeconomico e territoriale per la valorizzazione delle capacità individuali; questo in base al principio secondo il quale la partecipazione attiva degli individui è determinante per l’innovazione e la crescita economica del paese.
Il valore della cultura come civiltà. Senso del bene comune e diffuso.

Ci riusciremo?



sabato 11 febbraio 2012

dentro il barattolo: il ghirigoro bottega

Luogo Fidenza Parma


Ci sono luoghi che trasformano il comune in un qualcosa di magico: il ghirigoro bottega non è un semplice negozio, è un'atmosfera, è un insieme di favole, di cose magiche create con amore in giro per il mondo.
Mi piace perché vende oggetti speciali ed organizza corsi interessanti...è il luogo che materializza una parte di ciò che ho sempre avuto in mente!





mercoledì 8 febbraio 2012

L'asino raglia: chi ha paura della Cultura?!



Chi ha paura della Cultura?!
Urlato. Un po’ come quando da piccoli si urlava tutti insieme: <<Chi ha paura dello sparviero?!>>.
Ed io mi interrogavo su che cosa fosse lo sparviero. “Ma se non so cosa sia come faccio ad averne paura? O forse ne ho paura proprio perché non so cosa sia?!”.
Un po’ allo stesso modo da qualche giorno m’interrogo su cosa sia la cultura, anzi la Cultura. Con la C maiuscola. Quella che non ha bisogno di “accompagnamento”. Quella che non ha bisogno di altre parole, per esempio: popolare, moderna, antica.
“Esiste la Cultura? E se sì”, mi chiedo, “c’è qualcuno che ne ha paura?!”
Allora, premetto che per me Cultura è questo: un insieme di conoscenze e nozioni di varia natura che rendono l’essere umano consapevole e cosciente dei criteri che stanno alla base delle cose essenziali della propria e dell’altrui esistenza e, di conseguenza, maggiormente consapevole del proprio Io.
Detto questo, mi sono chiesta e continuo a chiedermi alcune cose che qui vi elenco, sperando di trovare possibili risposte.

In un Paese come l’Italia, la Cultura fa paura alla Politica?!
Se tutti i cittadini fossero di Cultura, i politici riuscirebbero a convincerli di ciò che non è propriamente vero?
La Cultura fa paura ad un certo tipo di Chiesa?
Quella che ha bisogno di una massa popolare che creda alle statue che piangono sangue?!
Fa comodo alle mafie che il popolo sia senza Cultura?
Se la Cultura fosse di tutti, esisterebbe chi non parla per paura, senza la consapevolezza che certi meccanismi possano essere interrotti?!
Chi ha paura della Cultura?


Qualcuno. Sicuramente. Perché, altrimenti, mi dico, la Cultura in un Paese come il nostro, ricco di spunti, troverebbe spazio per i finanziamenti ed una sua giusta dignità.
F.

sabato 4 febbraio 2012

dentro il barattolo: Paola Besana/Silvia Beccaria

Oggi vorrei fare un doppio post, semplicemente perché mi piace l'idea di poter tracciare un'unica linea lungo la vita di due persone che hanno deciso di amare lo stesso mestiere. Lo vorrei fare perché può sembrare che in un'Italia in crisi, che si affida molto (troppo) spesso ad un mercato di fabbricazione cinese, non esista più la cultura degli antichi mestieri, quelli che un tempo si tramandavano di padre in figlio o si insegnavano al proprio garzone di bottega. Invece, anche se a fatica, alcune persone con dedizione e passione portano avanti dei mestieri bellissimi creando davvero oggetti sublimi, che portano in sé la magia sensazionale del "saper fare" e, cosa ancora più bella, insegnano, tramandano il loro sapere.

Luogo: Milano


Ecco allora che vi parlo di Paola Besana: tessitrice dal 1958 ha fondato a Milano uno Studio di Tessitura che aiuta ad indagare questa antica tecnica da ogni punto di vista, "strutturato come un centro di ricerca, biblioteca tessile (1400 volumi, schedati per argomento), laboratorio e scuola di tessitura" può essere considerato un punto di riferimento per chi voglia imparare o approfondire l'argomento.

quel chiodo fisso_1979_Paola Besana

tessuto turco_collezione Paola Besana

Marcia verso la forma_Irma Toninelli_allieva di Paola Besana


Luogo: Torino


Vi parlo anche di Silvia Beccaria, un'esponente della Fiber Art, ovvero un'arte che usa la tecnica della tessitura a mano in piena libertà. Questa artista usa indifferentemente lana, metallo, plastica, gomma o carta per creare abiti, accessori, installazioni. Tutto ciò che la sua creatività sprigiona passa dalla tecnica della tessitura.






Forse adesso avrete capito perché ho avvicinato queste due artiste: a parer mio rappresentano ciò che di splendido si può tirar fuori da una tecnica antica, tramandata nei secoli, indagata, studiata, applicata dimostrando quanto sia importante continuare a farlo.

martedì 31 gennaio 2012

san salvation: giunone couture

Luogo: San Salvario



Ah! Che bello!Anche in queste giornate di freddo polare posso pensare a qualcosa che mi scaldi il cuore. Voi direte: a che cosa?! Semplice: al fatto che non lontano da casa mia, in San Salvario, esista ancora qualcuno che fa qualcosa con amorevole perizia artigianale. 



Mi immagino Cinzia Debiase indaffarata, al calduccio nel suo atelier, intenta a disegnare e cucire un abito bellissimo pensando ad un'occasione speciale per qualche sua cliente. Non un abito uguale a tanti altri, no, un abito unico, costruito e studiato dalla A alla Z, pensato, immaginato, amato e poi realizzato con tessuti pregiati, per lo più tessuti da uomo biellesi. E dirò, questa peculiarità si legge fra le pieghe delle sue creazioni: pur realizzando abiti anche molto femminili, in effetti il lavoro di Giunone Couture lo vedo bene indosso ad una donna dal carattere deciso, cultrice del taglio maschile, ma attenta ai particolari femminili, contemporanea, affermata, amante delle linee semplici, ma non per questo scontate, come dire, una donna tosta che, con indosso un abito dal sottogonna di tulle, nell’arco della stessa giornata potrebbe recarsi in comune, per dire il fatidico sì o cambiare idea all’ultimo minuto e recarsi a un concerto, rock, con gli anfibi ed un giro di perle chic!





dentro il barattolo: la tazzina blu

Nome: Camilla
Luogo: Padova

Camilla segue con passione le tendenze del design e dell’interior design, setacciando riviste specializzate italiane e straniere, web, mercatini. Sul suo blog, la tazzina blu, seleziona e raccoglie le soluzioni di arredo che più le piacciono, gli oggetti di design, fotografie di interni, annota designer, fotografi, prodotti, con una predilezione per gli stili nordico e nipponico. Traduce le immagini in osservazioni compositive e suggerimenti semplici, pratici. Studia i dettagli e gli accostamenti di colore degli spazi e degli arredi, e li elabora in palette di toni e sfumature. Ricompone un mondo di colori, concreto e leggero, con una grafica precisa e spiritosa, e ci regala un ricchissimo contenitore di spunti, suggestioni e riferimenti.


dentro il barattolo BIS

Mi sto appassionando all'idea di scrivere su un blog...soprattutto perché riceviamo le risposte (per ora positive) di coloro i quali finiscono dentro il barattolo: evviva! Questo fa sembrare meno vano il lavoro fatto e dà l'idea che ci siano davvero degli interlocutori!
Ho ricevuto una mail di Fabrizio Dusi e son contenta di mostrarvi alcuni suoi lavori recenti.






venerdì 27 gennaio 2012

dentro il barattolo: Fabrizio Dusi

Luogo: Milano


Tra le tante cose che mi piacciono e che ho sperimentato nella mia vita c'è anche la ceramica. In questo campo, devo essere sincera, trovo che l'Italia spesso sia un po' troppo legata alle tradizioni, relegando questo materiale interessantissimo ad un uso che non sempre gli fa onore (e penso ai tanti souvenir, spesso anche belli, ma troppo spesso uguali a se stessi). Diciamo che all'estero la cultura della ceramica va oltre al piatto con vista mare da appendere al muro (che, per carità, ha sempre il suo valore, soprattutto come regalo per la nonna) ed anche le sperimentazioni più audaci vengono seguite da un pubblico, anche istituzionale,  molto ampio (un esempio per tutti lo trovate qui). 
Per fortuna non è sempre così, anche in Italia l'interesse per  gli artisti/artigiani che vanno oltre un uso consueto di questo materiale sta crescendo e ne sono una dimostrazione le Officine Saffi, da noi recensite. Si spera che questo interesse cresca, dando la possibilità ad artisti come  Fabrizio Dusi di farsi conoscere e continuare a produrre.


Questo pittore, scultore, ceramista, fa un uso pop della ceramica per creare installazioni ed oggetti d'uso che indagano la comunicazione/non comunicazione dell'uomo contemporaneo, il suo essere uno tra tanti in una metropolitana affollata e lo fa con un mezzo antico, l'argilla, ma in modo del tutto contemporaneo.
Ed io lo apprezzo per questo suo modo di rendere attuale e caratterizzata la ceramica italiana.

san salvation: mnmur

Nome: mnmur
Luogo: San Salvario



Qualche anno fa diedi una mano nell'organizzazione di paratissima (per chi non è di san salvario consiglio di vedere qui) e aiutai un ragazzo a cercare il posto migliore per le sue creazioni: portafogli fatti a mano con le camere d'aria delle biciclette. Mi piacquero perché avevano una linea di design unita ad una notevole cura artigianale. Adesso quel ragazzo, insieme alla sua socia, ha aperto un laboratorio molto carino in piena San Salvario: mnmur.
Con loro inauguriamo l'etichetta "la gallina ha fatto l'uovo" ovvero: quando gli artisti/artigiani/designers si presentano da sé!


Marco Giambra e Laura Comino, rispettivamente 31 e 30 anni, viviamo e diamo vita al progetto mnmur a Torino. Il percorso di studi è diverso per entrambi, Marco laureato in Grafica e Web Design, Laura in Storia dell'Arte.
mnmur ha tre anni di vita, inizia come gioco e cresce nelle ore libere dal lavoro. Dopo un pò di tempo si mostra al pubblico, trova incoraggiamento e nel giro di poco tempo diventa un’attività a tempo pieno. 
mnmur è una piccola casa di produzione di borse, portafogli, cinture e quant'altro realizzati attraverso il recupero, il taglio e la cucitura di un inconsueto materiale di scarto, le camera d'aria delle biciclette. 
Per realizzare i nostri oggetti partiamo dalle nostre esigenze e da quello che ci piace, mnmur riflette infatti la nostra immagine di stile, le nostre idee. Ricerchiamo la semplicità geometrica nelle linee e nelle forme, sfruttando al meglio le proprietà e le caratteristiche tecniche del materiale. I prodotti sono creati seguendo l'idea di semplicità e praticità: una borsa deve essere elegante quanto resistente. Uniamo l’estetica quanto la funzionalità.
Tutti i nostri prodotti sono realizzati artigianalmente, cuciti, alcuni  anche ricamati con motivi sempre diversi per decorare e per dare un tocco di colore. Un numero seriale rende ciascun pezzo unico.
Nome: mnmur è una parola di fantasia, assonanza con il termine minimal, caratteristica dei nostri prodotti. Si pronuncia "minimur" ma si scrive mnmur per dare un effetto grafico, un gioco con le lettere del nome.


p.s. un mio amico mi aveva riferito che mnmur stava per "mon amour": scopro adesso che non è vero...ma chissà...magari l'idea piace anche a Marco e Laura!

martedì 24 gennaio 2012

dentro il barattolo: pilli pilli

Luogo: Rovereto


Credo che uno straniero che ha deciso di vivere in Italia contribuisca in modo considerevole, nel suo piccolo, ad arricchirne la cultura. Un caso, a tal proposito, è quello di Katrien, in arte pilli pilli: una ragazza belga che vive e lavora a Rovereto. Ho scoperto il suo blog e mi piace perché parla di cose "semplici" che trasmettono un senso di pace e serenità, lo stesso che si ritrova nelle sue piccole creazioni e che lei stessa descrive: 
Of wool and felt and fabric

and all those little things
and treasures
that give flavour
to the life of every day...
 Di lana e feltro e stoffa
e tutte quelle piccole cose
e tesori
che danno sapore
alla vita di ogni giorno... 








l'asino raglia

Ho iniziato a leggere un libro scritto da un francese appassionato di storia dell'arte italiana. Il francese in questione è Édouard Pommier, ispettore generale onorario dei musei di Francia e studioso affermato di storia delle teorie e delle istituzioni artistiche. 
Il titolo del libro,  L'invenzione dell'arte nell'Italia del Rinascimento, svela il perché io abbia voglia di pubblicarne un passo, visto l'interesse del barattolo di neve di contenere tutto ciò che aiuti a comprendere un pochino di più la cultura italiana.
«[...] le istituzioni, come il museo o l'accademia, sono dei prolungamenti, considerati, a seconda del momento storico, naturali o perversi, dell'opera d'arte.  Il dispiegarsi di questa processione è diventato ormai comunissimo nell'arte europea. La storia dell'arte ha oltrepassato le frontiere italiane intorno al 1600, per introdursi inizialmente nei Paesi Bassi, prima di diventare un fenomeno europeo e di proliferare nel corso del XIX secolo. La dignità, conquistata dall'artista nell'Italia del Rinascimento, si è imposta ovunque come modello da seguire. [...] La storia dell'arte e il corteo che la circonda sono dunque un'invenzione italiana, così come "l'arte moderna" come la definisce Cennino Cennini nei primissimi anni del XV secolo. [...] In quest'esaltazione dell'arte da parte dell'arte mancano ancora soltanto la critica d'arte e le mostre temporanee, la cui esistenza è implicitamente contenuta negli statuti dell'istituzione accademica di cui Firenze propone il modello fin dal 1563».
É. Pommier, L'invenzione dell'arte nell'Italia del Rinascimento, Einaudi editore, Torino 2007, introduzione, p. XXI
Insomma un po' come dire che gli italiani son sempre stati bravi a far partire la festa, a crear fumo intorno all'arrosto, a riunir gente per le processioni....e poi?! Si son fatti rubare tutto?o son riusciti a tener la festa in casa? La storia dell'arte ed il corteo che la circonda sono ancora un fatto proprio della nostra cultura?! 
E gli artisti, per citare ancora Pommier, sono ancora "tra i numi tutelari che popolano l'immaginario italiano"?

lunedì 23 gennaio 2012

dentro il barattolo: Officine Saffi

Nome: Officine Saffi
Luogo: Milano

È stato inaugurato da pochi mesi a Milano uno spazio unicamente dedicato alla ceramica, il primo in Italia, volto all’esposizione, alla produzione e alla diffusione dell’arte e del design legati a questo materiale.
Officine Saffi è al tempo stesso galleria espositiva, laboratorio (attrezzato con tornio, trafila e forno ad alte temperature), e redazione della rivista “La Ceramica in Italia e nel Mondo”. Si occupa della promozione del sapere e del saper fare che questa disciplina richiede.

Uno spazio polifunzionale, nato dalla passione delle titolari, diretto a diffondere le conoscenze basilari di quest’arte, a mostrare tutte le tecniche, le lavorazioni, i tipi di cottura e decorazione e, come precisa la curatrice Laura Borghi, a trasmetterne la professionalità e lo spirito, attraverso mostre, workshop, incontri con gli artisti, disposti a svelare il proprio lavoro, in uno scambio tecnico e umano.

Trova sede nel cortile di un palazzo inizio Novecento, in uno spazio da sempre utilizzato per attività manuali: in origine vi si trovava una tipografia e da ultimo un’officina. Ristrutturato, è un luogo arioso, leggero e materico al contempo, con ampie vetrate verso il cortile e un lucernario che regalano luce naturale per il lavoro e l’esposizione. Lo spazio è allestito con materiali e volumi semplici e funzionali.



La mostra ora in corso, Tea for two, racconta il rito del tè attraverso i lavori di artisti italiani e internazionali, chiamati a esprimere la propria arte nella presentazione del classico servizio da tè: teiera e due tazzine.
Questi alcuni dei lavori che trovo più interessanti.


Londra
Riproduce attrezzi e arnesi da cucina dal sapore antico utilizzando la tecnica del paperclay, che con l’aggiunta di ossidi conferisce alla materia una superficie corrosa, come a ricreare la patina del tempo: il fascino antico degli oggetti.


Carol Farrow, T42



Gargnano, Brescia
Tuffatori, saltatori, arrampicati su alte colonne, figure tondeggianti, dai costumi colorati, la bocca spalancata, le braccia tese. Omini in equilibrio, sull’orlo, sospesi. Slancio, verso la vita, e insieme stupore...
Qui un tuffatore diventa teiera, il cui coperchio disegna un’altra figurina colorata.

Mariano Fuga, Tuffatore fischiante



 
Mariano Fuga, Colonne


Milano

In un brano da un suo testo, il senso della sua ricerca, del suo percorso. Della vita

«Ho la sensazione che la comunicazione diretta fra gli esseri umani sia sempre più stentata, svuotata, a vantaggio di quella stereotipata e invasiva che viaggia sui media. Se dobbiamo raccontarci le esperienze, tendiamo a farlo in modo indiretto, scegliendo argomenti e registri neutri. La curiosità verso gli altri scade nel pettegolezzo. Il nostro interlocutore viene ridotto a spettatore di un racconto narcisistico. Forse è anche per questo che i miei personaggi sono esseri nati per vivere in coppia, in famiglia, in comunità; per incontrare gli altri, per avvicinarsi in modo reale, per raccontare la propria storia e aprirsi a uno scambio spirituale».


Guido De Zan, Teiera di porcellana e lastra



e ancora

Hennie Meyer, Teapot with green lines (Sud Africa)




Kohei Hahn, Teiera e due tazze con gambe (Germania)


Sun Kim, Teapot with two caps (Regno Unito)
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